dicembre 2010
David Gilmour, Hushabye Mountain, The Meltdown Concert, giugno 2001.
Sulamith Wülfing (1901–1989), Danger.
Conosco delle barche (Je connais des bateaux)
Conosco delle barche
che restano nel porto per paura
che le correnti le trascinino via con troppa violenza.
Conosco delle barche che arrugginiscono in porto
per non aver mai rischiato una vela fuori.
Conosco delle barche che si dimenticano di partire
hanno paura del mare a furia di invecchiare
e le onde non le hanno mai portate altrove,
il loro viaggio è finito ancora prima di iniziare.
Conosco delle barche talmente incatenate
che hanno disimparato come liberarsi.
Conosco delle barche che restano ad ondeggiare
per essere veramente sicure di non capovolgersi.
Conosco delle barche che vanno in gruppo
ad affrontare il vento forte al di là della paura.
Conosco delle barche che si graffiano un po'
sulle rotte dell'oceano ove le porta il loro gioco.
Conosco delle barche
che non hanno mai smesso di uscire una volta ancora,
ogni giorno della loro vita
e che non hanno paura a volte di lanciarsi
fianco a fianco in avanti a rischio di affondare.
Conosco delle barche
che tornano in porto lacerate dappertutto,
ma più coraggiose e più forti.
Conosco delle barche straboccanti di sole
perché hanno condiviso anni meravigliosi.
Conosco delle barche
che tornano sempre quando hanno navigato.
Fino al loro ultimo giorno,
e sono pronte a spiegare le loro ali di giganti
perché hanno un cuore a misura di oceano.
Marie-Annick Rétif (1944), da "Chanson française", 1980.
novembre 2010
Paolo Conte, Vieni via con me, 1981.
Edward Hopper (1882-1967), Nottambuli, 1942.
I
Taci, anima stanca di godere
e di soffrire (all'uno e all'altro vai
rassegnata).
Nessuna voce tua odo se ascolto:
non di rimpianto per la miserabile
giovinezza, non d'ira o di speranza,
e neppure di tedio.
Giaci come
il corpo, ammutolita, tutta piena
d'una rassegnazione disperata.
Non ci stupiremmo,
non è vero, mia anima, se il cuore
si fermasse, sospeso se ci fosse
il fiato...
Invece camminiamo,
camminiamo io e te come sonnambuli.
E gli alberi son alberi, le case
sono case, le donne
che passano son donne, e tutto è quello
che è, soltanto quel che è.
La vicenda di gioia e di dolore
non ci tocca. Perduto ha la voce
la sirena del mondo, e il mondo è un grande
deserto.
Nel deserto
io guardo con asciutti occhi me stesso.
Camillo Sbarbaro (1888-1967), da "Pianissimo", 1913.
ottobre 2010
Paul Dukas (1865-1935), L'apprendista stregone, scherzo sinfonico - 1897.
Alfredo Montalti (1858-1928), C'era una volta, 1885.
Tristesses de la lune
Ce soir, la lune rêve avec plus de paresse;
Ainsi qu'une beauté, sur de nombreux coussins,
Qui d'une main distraite et légère caresse
Avant de s'endormir le contour de ses seins,
Sur le dos satiné des molles avalanches,
Mourante, elle se livre aux longues pâmoisons,
Et promène ses yeux sur les visions blanches
Qui montent dans l'azur comme des floraisons.
Quand parfois sur ce globe, en sa langueur oisive,
Elle laisse filer une larme furtive,
Un poète pieux, ennemi du sommeil,
Dans le creux de sa main prend cette larme pâle,
Aux reflets irisés comme un fragment d'opale,
Et la met dans son coeur loin des yeux du soleil.
Tristezze della luna
Questa sera la luna sogna più languidamente; come una
bella donna che su tanti cuscini con mano distratta e leggera
prima d'addormirsi carezza il contorno dei seni,
e sul dorso lucido di molli valanghe morente, si abbandona
a lunghi smarrimenti, girando gli occhi sulle visioni
bianche che salgono nell'azzurro come fiori in boccio.
Quando, nel suo languore ozioso, ella lascia cadere su questa
terra una lagrima furtiva, un pio poeta, odiatore del sonno,
accoglie nel cavo della mano questa pallida lagrima
dai riflessi iridati come un frammento d'opale, e la nasconde
nel suo cuore agli sguardi del sole.
Charles Baudelaire (1821-1867), da "I fiori del male", 1857.
settembre 2010
Frankie HI-NRG MC, Quelli che benpensano (La morte dei miracoli) -1997
John William Waterhouse (1849-1917), Miranda, 1875
There is a solitude of space
A solitude of sea
A solitude of Death, but these
Society shall be
Compared with that profounder site
That polar privacy
A soul admitted to itself -
C'è una solitudine dello spazio
Una solitudine del mare
Una solitudine della Morte, ma queste
Sono comunità
Confrontate con quell'area più profonda
Quell'intimità polare
Un'anima al cospetto di se stessa -
Emily Dickinson, 1865 (?), trad. G. Ierolli
agosto 2010
Léo Delibes', Lakmé (The Flower Duet) -1883
Gustav Klimt (1862-1918), La Medicina, foto a colori del bozzetto - 1894.
Poeti futuri
Poeti futuri! oratori, cantori, musicisti futuri!
Non l'oggi mi può giustificare e chiarire chi sono,
ma voi, stirpe nuova, atletica, schietta, continentale,
maggiori d'ogni altra conosciuta,
sorgete! Spetta a voi giustificarmi.
Io scrivo solo una o due parole per indicare il futuro,
non avanzo che un attimo, per poi voltarmi e
riaffrettarmi nel buio.
Io sono un vagabondo che non si ferma mai, che getta a
caso uno sguardo su di voi e storna il viso,
lasciandovi il compito di analizzarlo e definirlo,
da voi aspettandosi cose più importanti.
Walt Whitman (da Foglie d'erba, 1885) trad. A.Marianni
luglio 2010
W.A. Mozart, Divertimento n.17 K.334, 3. Minuetto - 1779.
Salvador Dalí (1904-1989), Ragazza alla finestra, olio su tavola - 1925.
Sono una creatura
Come questa pietra
del S. Michele
così fredda
così dura
così prosciugata
così refrattaria
così totalmente
disanimata
Come questa pietra
è il mio pianto
che non si vede
La morte
si sconta
vivendo
Valloncello di Cima Quattro, il 5 agosto 1916
Giuseppe Ungaretti (da L'allegria, 1931)
giugno 2010
Gustav Mahler - Sinfonia No.1 "Der Titan", 2. Kraftig Bewegt - 1888/1894.
Sir William Russell Flint (1880-1969), Studio di figura.
Il paradiso sui tetti
Sarà un giorno tranquillo, di luce fredda
come il sole che nasce o che muore, e il vetro
chiuderà l'aria sudicia fuori del cielo.
Ci si sveglia un mattino, una volta per sempre,
nel tepore dell'ultimo sonno: l'ombra
sarà come il tepore. Empirà la stanza
per la grande finestra un cielo più grande.
Dalla scala salita un giorno per sempre
non verranno più voci, né visi morti.
Non sarà necessario lasciare il letto.
Solo l'alba entrerà nella stanza vuota.
Basterà la finestra a vestire ogni cosa
di un chiarore tranquillo, quasi una luce.
Poserà un'ombra scarna sul volto supino.
I ricordi saranno dei grumi d'ombra
appiattati così come vecchia brace
nel camino. Il ricordo sarà la vampa
che ancor ieri mordeva negli occhi spenti.
Cesare Pavese (da Lavorare stanca, 1943)
maggio 2010
Bridge Over Troubled Water, Simon & Garfunkel, Album - 1970.
Juan Gimenez, Il Quarto Potere (Mega) - 1989
Ti lascio una canzone
Finito il tempo di cantare insieme
si chiude qui la pagina in comune
il mondo si è fermato io ora scendo qui
prosegui tu, ma non ti mando sola…
Ti lascio una canzone
per coprirti se avrai freddo
ti lascio una canzone da mangiare se avrai fame
ti lascio una canzone da bere se avrai sete
ti lascio una canzone da cantare…
una canzone che tu potrai cantare a chi…
a chi tu amerai dopo di me….
Ti lascio una canzone da indossare sopra il cuore
ti lascio una canzone da sognare quando hai sonno
ti lascio una canzone per farti compagnia
ti lascio una canzone da cantare…
una canzone che tu potrai cantare a chi…
a chi tu amerai dopo di me…
a chi non amerai senza di me…
Gino Paoli, 1985
aprile 2010
Something, The Beatles, in Abbey Road - 1969.
John William Waterhouse (1849 - 1917), Dolce far niente - 1880.
L'immensità
io son sicuro che
per ogni goccia
per ogni goccia che cadrà
un nuovo fiore nascerà
e su quel fiore una farfalla volerà
io son sicuro che
in questa grande immensità
qualcuno pensa un poco a me
non mi scorderà
si io lo so
tutta la vita sempre solo non sarà
un giorno io saprò
d'essere un piccolo pensiero
nella piu' grande immensità
di quel cielo
si io lo so
tutta la vita sempre solo non sarò
nell'immensità
si io lo so
tutta la vita sempre solo non sarò
un giorno troverò
un po' d'amore anche per me
per me che sono nullità
nell'immensità
Aldo Caponi (Don Backy), 1967
marzo 2010
Laurie Riley and Bob NcNally, Morghan Meaghan, da Celtic Odyssey - 1993.
Arthur Rackham (1867 - 1939), Alice's Adventures in Wonderland by Lewis Carroll, Published by William Heinmann Ltd - 1907.
Non insegnate ai bambini
non insegnate la vostra morale
è così stanca e malata
potrebbe far male
forse una grave imprudenza
è lasciarli in balia di una falsa coscienza.
Non elogiate il pensiero
che è sempre più raro
non indicate per loro
una via conosciuta
ma se proprio volete
insegnate soltanto la magia della vita.
Giro giro tondo cambia il mondo.
Non insegnate ai bambini
non divulgate illusioni sociali
non gli riempite il futuro
di vecchi ideali
l’unica cosa sicura è tenerli lontano
dalla nostra cultura.
Non esaltate il talento
che è sempre più spento
non li avviate al bel canto, al teatro
alla danza
ma se proprio volete
raccontategli il sogno di
un’antica speranza.
Non insegnate ai bambini
ma coltivate voi stessi il cuore e la mente
stategli sempre vicini
date fiducia all’amore il resto è niente.
Giro giro tondo cambia il mondo.
Giro giro tondo cambia il mondo.
(Giorgio Gaber, da Io non mi sento italiano, 2003)
febbraio 2010
J.S.Bach, Suite for lute in G minor, BWV 995: Gavottes 1 & 2 (Sharon Isbin, liute)
Lena Liu, Fireside Solitude - 1999.
Quando il pensiero di te mi accompagna
nel buio, dove a volte dagli orrori
mi rifugio del giorno, per dolcezza
immobile mi tiene come statua.
Poi mi levo, riprendo la mia vita.
Tutto è lontano da me, giovanezza,
gloria; altra cura dagli altri mi strana.
Ma quel pensiero di te che vivi,
mi consola di tutto. Oh tenerezza
immensa, quasi disumana!
U. Saba